Catcalling quando un complimento diventa molestia?

Catcalling: quando un complimento diventa molestia?

Ma prima di tutto, sai cos’è il Catcalling?

Bene, andiamo per gradi, perché oggi voglio parlarti di una cosa molto importante che noi donne dobbiamo conoscere.

Dunque, di certo ti sarà capitato di ricevere un complimento mentre cammini per strada, o magari di sentire un fischio diretto alle tue curve.

Se la risposta è sì, allora sai di cosa sto parlando.

Catcalling: cos’è e perché si chiama così?

Come potrai intuire dal nome stesso, il termine deriva dalla fusione di due parole, e cioè “Cat” e “Calling”.

Con questa espressione però non ci si riferisce all’usanza di chiamare il gatto, ma per per estensione a quella di indirizzare alla volta di una bella ragazza parole, fischi e a volte suoni poco carini.

Catcalling, l’origine del gesto risale al teatro del 1700

Per la precisione, nel 1700 c’era un’usanza davvero poco carina nei teatri…

Quando un attore non riscuoteva particolare successo, il pubblico lo prendeva in giro imitando il lamento notturno dei gatti.

Da qui, oggi, ci si riferisce quindi a questa usanza per imitare quel lamento poco romantico che a volte gli uomini fanno dietro a una bella donna.

Attenzione, perché conoscendomi sai che non ti sto facendo un discorso moralista e bacchettone!

Ce ne fossero di uomini che ci dicono quanto siamo sexy, solo noi sappiamo quanto la nostra autostima ne avrebbe bisogno!

Anche perché nel momento in cui di complimenti non ce ne arrivano più, ci sentiamo tristi e invisibili.

A tutto però, come si dice c’è un limite! Come il revenge porn di cui abbiamo già parlato, anche il Catcalling rischia di sfociare nel reato!

Certo, la differenza c’è, e come ti ho detto non è mai una bella cosa “tirarsela troppo”.

Quando allora il Catcallig diventa molestia? Continua a leggere perché voglio farti degli esempi molto pratici.

Come riconoscere la molestia dall’apprezzamento sessuale

A proposito di Catcalling, quando un complimento diventa molestia? Quando l’apprezzamento di un uomo oltrepassa il limite del consentito e si trasforma in qualcosa di sgradito?

Immagina questa situazione: stai camminando per strada da sola, magari a sera tarda, e senti un uomo (o peggio un gruppetto di uomini) letteralmente ululare dietro al tuo fondoschiena.

Come ti sentiresti, o come ti sei sentita se questo è successo davvero?

Se tra le risposte ce n’è una tra queste:

  • infastidita;
  • spaventata;
  • umiliata;
  • imbarazzata;
  • disgustata;

allora sappi che hai ricevuto una molestia.

L’aspetto soggettivo e quello oggettivo della molestia

Sai che molte donne si stanno condizionando sempre più a causa di questo fenomeno? Non si sentono libere di uscire e soprattutto di vestirsi come pare a loro.

Ecco dove il Catcalling diventa molestia.

Ricorda che in un fenomeno ci sono sempre due aspetti che possono aiutarti a capirlo meglio.

Il primo aspetto è quello soggettivo e rientra tra le risposte che ti ho dato prima. Cosa ti dico sempre?

Che nel sesso l’unica cosa che conta non è il giusto o lo sbagliato, ma il gusto!

Se una cosa ti piace e il tuo partner è consenziente, allora va bene; ma se ricevi un apprezzamento che ti mette a disagio, hai il diritto di non riceverlo!

L’aspetto oggettivo però è ancora controverso, e molto c’è da fare in tal senso…

Catcalling, cosa dice la legge al riguardo?

Le donne non sono del tutto tutelate legalmente!

Giuridicamente, ad oggi il Catcalling non è ancora riconosciuto come un vero e proprio reato di molestia a sé stante, per quanto odioso sia…

Questo che vuol dire? Che non c’è una legge specifica che lo punisce, a meno che non ti rifai al codice penale con l’art. 660.

Devi sapere infatti, che questo articolo dice che:

Art. 660 c.p.

Chiunque in luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a euro 516.

Bene, dirai tu. E io ti rispondo “ni”, e sai perché?!

Perché se qualcuno fa un apprezzamento nei tuoi confronti che si possa configurare come molestia o disturbo alla persona, secondo l’articolo 660 del codice penale non sta offendendo direttamente te come donna, ma la tranquillità pubblica!

Infatti a denunciare quella persona potrebbe essere anche un passante (che si ritiene offeso dalle molestie di quell’uomo), e il “bene giuridico” che subisce un danno in quel caso sarebbe proprio la comunità, più che la dignità della persona…

Ecco perché ti dico che c’è ancora molto da fare per il rispetto alle donne!

Detto questo, mentre aspettiamo che “la legge si adegui alla dignità”, ricorda sempre che hai il diritto di vestirti e uscire di casa come vuoi, e nessun uomo può farti sentire a disagio per questo.

Se poi nell’intimità della tua camera da letto ti piace che il tuo partner ti chiami anche “troia”, evviva la libertà sessuale! Ma deve essere sempre una tua scelta!

In fondo, la domanda che ti devi sempre porre è: “Mi piace o no?”

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