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I raggi della luce UV-C sono utilizzati per uccidere il Covid-19

I raggi UV-C possono essere utilizzati per sanificare in emergenza Covid-19?

Ultimamente si è parlato molto della possibilità di utilizzare la luce UV (ultravioletta), che di per sé ha proprietà battericida e quindi di disinfestazione, per uccidere il Covid-19.

Cerchiamo di capire quindi più a fondo cosa dicono gli esperti al riguardo!

Mesi e mesi di selvaggio sfregamento delle mani con gel disinfettanti presenti dal centro commerciale fino alla più minuscola botteghina sperduta in periferia, hanno ridotto ormai la nostra pelle arida come deserto del Gobi!

Nemmeno l’utilizzo delle mascherine pare abbia fatto la differenza e contrastato, in base alla cronaca delle ultime settimane, il proliferarsi del Coronavirus…

E, poiché ciò che rimane possibile da controllare sono rimaste solo le nostre azioni e l’ambiente, non c’è da meravigliarsi se siamo diventate ossessionate dalla pulizia!

Cosa può limitare la diffusione del Coronavirus?

Se ancora non hai fatto scorta di Amuchina, alcol e salviettine disinfettanti, probabilmente sei diventata un’esperta nel “googolare” alla ricerca di metodi alternativi per uccidere i germi:

“Il vapore può uccidere i virus? E l‘aceto… è un disinfettante?”

Potresti perfino esserti imbattuta in alcuni articoli che parlano della possibilità di uccidere il Covid-19 con la luce UV!

La luce UV è stata utilizzata per decenni per ridurre la diffusione di batteri, come quelli che causano la tubercolosi.
Ma per quanto riguarda la sua capacità di uccidere i germi del COVID-19?

Beh, se vuoi approfondire questo aspetto continua a leggere l’articolo!

Cosa sono e quanti tipi di raggi UV esistono?

La luce UV è un tipo di radiazione elettromagnetica che viene trasmessa in onde o particelle, a diverse lunghezze d’onda e frequenze che compongono lo spettro elettromagnetico.

L’esempio più comune di radiazione UV è il Sole. Questa stella, attorno alla quale orbitano gli otto pianeti principali, produce tre diversi tipi di raggi: UV-AUV-B e UV-C.

La maggior parte delle persone ha familiarità con i raggi UV-A e UV-B perché sono responsabili delle scottature e del cancro della pelle.

I raggi UV-C, invece, non arrivano mai sulla superficie terrestre perché lo strato di ozono li blocca. Quindi, l’unica fonte di luce UV-C a cui gli esseri umani sono esposti, è quella artificiale.

Nonostante l’UV-C abbia una lunghezza d’onda corta, possiede l’energia più alta di tutta la radiazione della gamma UV, ed è nota come disinfettante per l’arial’acqua e le superfici non porose!

Le proprietà antivirali della luce UV-C

In altre parole, quando si parla di disinfezione con la luce UV, l’attenzione è rivolta esclusivamente ai raggi UV-C. Ma tutto ciò avviene solo in determinate circostanze. Scopriamo quali sono…

Per specifiche lunghezze d’onda e per periodi di tempo ben definiti, la luce UV-C può danneggiare il materiale genetico (DNA o RNA) dei batteri o dei virus.

Ma come? Inibendo la loro capacità di replicarsi e, a sua volta, causando la rottura delle loro normali funzioni cellulari.

Affinché la disinfezione con luce UV-C sia efficace, è necessario inoltre controllare diversi fattori critici.

Innanzitutto, i raggi devono essere alle lunghezze d’onda corrette per il virus bersaglio. Sebbene questo di solito dipenda dall’organismo specifico, ovunque tra 200-300 nm (nanometri) è considerato germicida con un’efficacia massima a 260 nm!

E devono anche essere alla dose corretta, ovvero: l’intensità UV-C moltiplicata per la quantità di tempo di contatto.

La corretta dose di UV-C tipicamente necessaria è molto ampia ed è compresa tra 2 e 200 mJ (mega joule) per ogni centimetro al quadrato a seconda delle condizioni specifiche, degli oggetti da disinfettare e del livello di disinfezione desiderato.

È anche essenziale che l’area sia priva di tutto ciò che potrebbe interferire con il raggiungimento della luce UV-C sull’obiettivo, come sporcomacchie e qualsiasi cosa che proietti ombre.

La disinfezione con i raggi UV-C non è semplice e non è uguale per tutto! E questo è solo uno dei motivi per cui gli esperti non sono ancora sicuri di quanto possa essere efficace, se non del tutto, contro il Coronavirus.

La luce UV-C funziona contro COVID-19?

Come riporta del resto anche questa ricerca condotta da un gruppo di scienziati italiani, la luce UV-C ha dimostrato essere molto efficace contro la SARS-CoV-1 e la MERS, che sono parenti stretti della SARS-CoV-2, il virus che causa COVID-19.

La luce UV-C può avere la stessa efficacia anche contro SARS-CoV-2. Al momento però i dati a disposizione quali la lunghezza d’onda, la dose e la durata della radiazione necessaria per inattivare il virus SARS-CoV-2, non sono stati confermati.

Tutto ciò significa che sono necessarie ulteriori ricerche prima che qualcuno possa ufficialmente, ed in sicurezza, raccomandare la luce UV-C come un metodo affidabile per uccidere il Coronavirus!

Detto questo, le lampade UV-C sono state e continuano ad essere ampiamente utilizzate come mezzo di sterilizzazione all’interno del sistema sanitario.

Uno di questi motivi? La ricerca ha scoperto che questi raggi possono ridurre del 30% la trasmissione dei principali batteri come lo stafilococco!

Molti ospedali in America (se non la maggior parte), utilizzano un robot che emette dei UV-C per sterilizzare intere stanze.

Una volta che le persone lasciano la stanza, il dispositivo, autoregolandosi in base alle dimensioni della stanza e alle sue variabili, si mette in funzione emettendo raggi UV-C, per amministrare la luce per tutto il tempo che lo ritenga necessario.

Alcune strutture mediche utilizzano anche armadi UV-C con sportelli per disinfettare oggetti più piccoli come iPad, telefoni e stetoscopi…

Altri hanno effettivamente installato dispositivi UV-C nei condotti dell’aria per disinfettare l’aria di ricircolo e, dato che COVID-19 si diffonde principalmente attraverso particelle di aerosol, questa configurazione è congeniale!

Tuttavia, questi dispositivi di grado medico non sono destinati all’uso individuale. Non solo sono eccessivamente costosi, ma richiedono anche una formazione adeguata per un funzionamento efficace.

Dispositivi UV-C per la sanificazione giornaliera

Se hai passato molto tempo alla ricerca di disinfettanti per il COVID-19, saprai che ci sono apparecchi a luce UV-C che stanno letteralmente invadendo il mercato online…

E tutti pretendono di essere un potenziale igienizzante della tua casa…

Dunque, dovresti acquistare dei prodotti a luce UV-C per la disinfezione della casa oppure no?

Sì, ma con alcuni accorgimenti!

Durante l’emergenza COVID-19, sanificare le superfici, gli ambienti interni o l’abbigliamento, deve seguire delle specifiche normative riportate in un documento redatto dell’Istituto Superiore della Sanità, a sua volta sintetizzato in una nota del Ministero della Salute.

La maggior parte dei dispositivi testati di disinfezione a luce UV-C domestica, non raggiunge infatti i livelli di sterminazione dei germi che poi vengono ufficialmente dichiarati.

Parliamo purtroppo di una percentuale al di sotto del 50%!

Mentre gli esperti non ne sono sicuri dell’efficacia contro il Coronavirus (specialmente per l’uso casalingo), non si può negare però che, prima della pandemia, la luce UV-C fosse utilizzata per uccidere altri patogeni.

Se vuoi provare una lampada o una bacchetta a raggi UV-C per rallentare la diffusione di alcuni germi nascosti nella tua casa, ecco cosa dovresti tenere a mente prima di acquistare qualsiasi prodotto!

E’ sconsigliabile una lampada al Mercurio!

Gli ospedali usano spesso lampade a vapori di mercurio perché possono produrre molta luce UV-C e disinfettare in un tempo relativamente breve, ma ricorda che il mercurio è tossico.

Questi particolari tipi di lampade UV-C richiedono un’attenzione elevata durante la pulizia e il successivo smaltimento. Inoltre le lampade al mercurio producono anche UV-A e UV-B, che possono essere pericolosi per la pelle.

Presta attenzione alla lunghezza d’onda.

Non tutti i prodotti UV-C sono uguali, soprattutto quando si tratta di lunghezze d’onda.

Come accennato in precedenza, la lunghezza d’onda UV-C può influire sull’efficacia di un dispositivo nell’inattivare un virus (e quindi ucciderlo).

Può anche avere un impatto sui rischi per la salute e la sicurezza associati all’uso del dispositivo e lasciarti nell’incertezza di trovare un dispositivo di disinfezione a luce UV-C abbastanza potente da uccidere i patogeni senza presentare troppi rischi.

Allora qual è il numero magico?

Qualsiasi tra 240-280 nm. Secondo gli esperti!

Detto questo, un ulteriore ricerca del 2017 ha rilevato che le lunghezze d’onda comprese tra 207-222 nm, possono anche essere efficaci e sicure!

Considera l’utilizzo della luce UV-C in base alle superfici.

La luce UV-C è più efficace su oggetti duri e non porosi. Quindi, disinfettare lo schermo di un telefono o di un desktop potrebbe essere più produttivo di un tappeto…

E, se vuoi davvero sventolare una bacchetta igienizzante a luce UV-C come se fosse “magica”, la soluzione migliore è farlo sul piano di lavoro della tua cucina.

Approfondisci: il cibo come vaccino contro il Covid-19

Tuttavia, l’efficacia delle lampade germicida dipende anche da altre due variabili: la vicinanza alla sorgente luminosa e il tempo al quale un oggetto viene esposto.

Più l’esposizione sarà prolungata, più germi saranno eliminati. Più la sorgente luminosa sarà vicina, più la disinfestazione sarà completa.

Alcune accortezze da seguire

Non guardare mai troppo a lungo la luce delle lampade UV-C in maniera diretta, poiché l’effetto a lungo termine di questi raggi potrebbe potenzialmente causare lesioni agli occhi molto dolorose (come la fotocheratite) o reazioni cutanee simili a ustioni.

Tenendo presente quanto appena detto, un’alternativa potrebbe essere quella di adottare dei dispositivi chiusi che eliminano la possibilità disperdere i raggi della luce UV-C, e che abbiano in dotazione delle funzioni di sicurezza come degli interruttori di spegnimento automatico.

Un esempio? Potrebbe essere una borsa pratica e capiente che contenga al suo interno delle lampade in grado di emettere raggi UV-C, in modo da sterilizzare con efficacia qualunque oggetto venga inserito all’interno!

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