Donna e autostima, come migliorare questo strano rapporto!
Dicono che l’autostima sia l’opinione che hai di te stessa…
Il cervello femminile gravita verso un pensiero, solitamente bianco o nero. Tutto o niente…
Tra percezioni estreme cattive o buone, felici o tristi, gentili o maleducate, stupide o intelligenti di noi stesse.
Questi pensieri, che portano inevitabilmente a una scarsa autostima, dovrebbero essere sostituiti con dei pensieri interiori atti a riformulare la visione che abbiamo di noi.
Oltre che a una sana dose di auto compassione!
Il cammino è lungo, considerando che noi donne siamo spesso il ricettore della negatività!
Il cambiamento delle prospettive e degli stati d’animo, sono dei periodi comuni a molte. Succede di avere pensieri irrazionali, ma anche momenti di chiarezza.
Raccogliere ogni piccolo appunto come un insulto e non ascoltare viceversa le cose buone che ci vengono dette.
E le critiche poi? Quelle vengono conservate per sempre, mentre i complimenti evaporano all’istante!
A volte capita di urlare contro una persona che amiamo e poi sentirsi male, ma anche di essere gentile con uno sconosciuto.
Essere diverse in momenti diversi, anche durante lo stesso giorno.
La mia figlioccia è sdraiata sul lettone, mentre recitiamo uno dei nostri soliti rituali: io che scruto nell’armadio selezionando a terra i vestiti in base ai miei difetti fisici…
Il suo sguardo, ironicamente divertito, mi suggerisce che soffro probabilmente di dismorfismo corporeo!
Sai quando si pone troppa attenzione, preoccupandosi eccessivamente per i difetti minori? Sì, quei difetti, spesso immaginari, delle caratteristiche fisiche…
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Ma ciò di cui parlo va oltre l’insicurezza fisica, di cui secondo me il 98% delle donne è affetta.
Anche in ambiente lavorativo, quando devo presentare un lavoro, mi preoccupo spesso e volentieri delle mie capacità.
Come se una fiorente carriera ed una buona reputazione decennale non avesse il minimo peso!
Altri esempi. Altri ambiti. Se gli ospiti vengono a cena, temo che la mia casa non piacerà.
Oppure che il tiramisù, realizzato seguendo scrupolosamente gli ingredienti segreti della mia nonnina, non meriti abbastanza, ma si riduca solo ad una sicura ed inevitabile “botta di calorie”.
O ancora che la conversazione durante e dopo la cena con gli ospiti, possa non essere così brillante e divertente. Insomma, preoccupazioni su preoccupazioni…
Eppure, in qualche modo, ci provo a rafforzare la mia autostima! Riesco a restare a galla nella vita di tutti i giorni. Riesco a guadagnarmi da vivere e a relazionarmi propriamente! Però… c’è sempre un però!
Cosa regola l’autostima in una donna?
La comprensione della donna e dell’autostima, non sempre vanno di pari passo!
Ripenso spesso alla scena del film Pretty Woman e mi viene in mente che molte donne, hanno sempre gli stessi dubbi su se stesse.
Dubbi che per altro hanno condotto poi Vivian Ward, il personaggio interpretato da Julia Roberts, a condurre una vita vissuta allo sbaraglio.
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In particolare la scena in cui Vivian dice al ricco uomo d’affari Edward Lewis (interpretato da Richard Gere), che “nessuno ha intenzione di fare la prostituta” e che è finita a fare questo lavoro perché “non pensava molto a se stessa…”
Edward le risponde che in realtà lei, è una persona speciale con molte potenzialità e capacità! Ma Vivian ribatte con una profonda verità: “È più facile credere alle cose brutte!”
Mi chiedo perché ci siano alcune persone, in genere del mondo maschile, che credono solo al meglio di se stesse mentre altre, soprattutto giovani donne, si abbandonano ai pensieri più autocritici che la mente possa mai inventarsi!
Credere che un rifiuto o un errore sia la conferma del fatto che non abbiamo valore, è sbagliato!
E sarebbe bello realizzarlo prima di infilarci in un vicolo cieco, in cui spesso noi donne ci infiliamo (forse è per questo che andiamo sempre al bagno in due?)
Insomma! Guardiamo gli uomini! Di fronte ad una sconfitta non si scompongono, la loro vita non finisce e soprattutto non si chiudono in bagno a piangere trangugiando Viennetta e panna spray (ma questo è un altro discorso).
Approfondisci: quali sono gli atteggiamenti che indicano insicurezza emotiva?
La scienza ci viene in soccorso!
Si scopre così, grazie alla ricerca di Louann Brizendine, neuropsichiatra presso l’Università della California e autrice del libro The Female Brain, che c’è un’area nel cervello, denominata corteccia cingolata anteriore, a cui è assegnato il compito del pensiero negativo!
Quest’area funge dunque da barometro per ogni interazione sociale, segnalando un pericolo laddove i feedback che si ricevono dalle persone non siano di nostro gusto.
E nemmeno a dirlo, indovinate un po’?!
La corteccia cingolata anteriore nelle donne, è più grande e più influente rispetto a quella degli uomini, così come lo è il circuito cerebrale per osservare le emozioni negli altri…
Quindi siamo condannate. Spacciate! Fottute! Ci voleva anche la provvidenza divina a renderci complicate e contraddittorie! No, vabbè!
Ma finalmente, adesso, mi sono chiare diverse cose!
Comunque… Il motivo per cui si pensa che noi donne abbiamo una maggiore sensibilità emotiva, è dettato dal fatto che siamo nate, biologicamente parlando, per rispondere immediatamente ai bisogni non verbali di un bambino piccolo.
Ok. Questo potrebbe essere un bene ma… Considerando che in media questa caratteristica l’ho riscontrata in quasi tutti gli uomini dai 25 anni in su che ho frequentato, non so fino a che punto lo sia veramente!
Gli sbalzi ormonali nel cervello femminile, che Brizendine descrive come la marea crescente di estrogeni e progesterone, rendono una donna più sensibile alle sfumature emotive, come la disapprovazione o il rifiuto.
Il modo in cui una donna interpreta il giudizio di altre persone, può dipendere inoltre anche dal ciclo mestruale.
Quindi se in alcuni giorni il feedback rafforzerà l’autostima, in altri invece la distruggerà totalmente.
Non è retorica spicciola mettere il ciclo mestruale come componente di una potenziale influenza sull’autostima della donna.
A seguito di una ricerca condotta sul comportamento di alcune ragazze adolescenti allo Yale-New Haven Hospital, è stato rilevato infatti che la maggior parte di esse, durante le mestruazioni, finiva nel credere a cose cattive raccontate di loro stesse.
Sembra che nel ciclo mestruale ci sia qualcosa che mette il cervello femminile in cattiva luce e in uno stato di autocritica.
E questo accade almeno un paio di giorni al mese. Inoltre, come se non bastasse, circa il 90% delle donne avverte una sorta di maggiore emotività dai due ai quattro giorni prima dell’inizio del ciclo.
Approfondisci: come affrontare le proprie paure?
La qualità della vita senza autostima
Gli scienziati concordano sul fatto che almeno metà della personalità proviene dal proprio pool genetico.
Fa parte della carta d’identità che ci viene rilasciata alla nascita. Le esperienze di vita, aiutano poi a plasmare l’altra metà…
E’ così che viene a crearsi il rapporto tra bassa autostima e la qualità di vita in una donna…
Se ti fai un’idea di te stessa, quell’idea avrà un impatto sui circuiti del tuo cervello e sarà incorporata nel modo in cui pensi di te stessa.
Non potete immaginare quanto il cervello ami classificare ed etichettare: “quella carina, quella affidabile, quella intelligente o quella cattiva”.
Poi, ci si abitua all’etichetta e spesso si ricrea quell’identità perché sembra familiare.
Niente di più sbagliato!
Uno dei motivi per cui è difficile uscire da questo loop, è dovuto a ciò che gli psicologi hanno individuato e denominato come la “spinta all’auto verifica”.
Ovvero fare in modo che gli altri riflettano le convinzioni che abbiamo su noi stesse!
La maggior parte delle persone, è fortemente motivata a credere il meglio di sé e, in maniera più o meno marcata, a cercare l’approvazione degli altri per confermare questi sentimenti.
Anche in fase di depressione però si tende a cercare un feedback (negativo questa volta), per verificare e convalidare i propri brutti pensieri.
Le persone tendenzialmente ricordano il male in modo più vivido, lo elaborano in modo più efficiente e vi prestano maggiore attenzione.
Le cattive impressioni si formano più rapidamente e i sentimenti negativi producono effetti più duraturi.
Un po’ come quando il cervello mi riporta alla mente il personale disastro culinario della scorsa settimana (ah, un minuto di silenzio per gli ospiti a cui ho servito i miei squisiti e leggerissimi gnocchi di spinaci. Al piombo!).
Oppure il giorno in cui mi sono rotta il piede! Che ha siglato in un lampo il momento in cui ho preso quel tanto di peso che sarebbe bastato a non farmi entrare per il resto della vita nei miei jeans attillati preferiti…
Ok, ok… smetto!
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Quali sono le caratteristiche di una scarsa autostima?
I messaggi più potenti che indicano una bassa autostima in una donna, sono anche i più comuni:
ti senti “brutta”, o “grassa” , o “stupida”, o “non abbastanza adeguata”.
E sono difficili da deviare nell’adolescenza femminile, quando non sei abbastanza consapevole da pensare: “Questo è solo uno dei tanti punti di vista di me stessa, non un’etichetta indelebile!”
Essere estremamente critica con te stessa, minimizzare o ignorare le proprie qualità, sentirti inferiore agli altri, utilizzare parole negative per descriverti… sono tutte caratteristiche di poca autostima!
E’ più facile “credere alle cose brutte”, quando sei infelice o nervosa.
Un fenomeno noto come “distorsione della memoria”. I nostri stati d’animo modellano la capacità di ricordare cose su noi stesse.
Tornando a Pretty Woman, la relazione di Vivian con Edward è diversa da quella con un normale cliente ricco.
L’interesse di Edward nei confronti di una semplice prostituta va ben oltre! E Vivian si nutre proprio di questo interesse, essenziale, per esplorare se stessa!
Per le persone che non vivono nei film di Hollywood, l’interesse essenziale potrebbe essere leggere un libro che ispira particolarmente, o vivere un’esperienza che le scuote dai soliti schemi.
Costruzione dell’autostima in una donna
Come puoi ritrovare l’autostima in te stessa? Esercizi da fare!
Secondo la scienza, ci sono però delle ottime notizie su come il cervello si “ricostruisca” continuamente.
Il cervello non è come un computer dotato di collegamenti e cablaggi fissi. Ogni nostro aspetto è creato dal cervello che si rivede in risposta alle nostre interazioni sociali.
Il modo in cui definisci te stessa, la persona che sei, è un prodotto dei cambiamenti nel tuo cervello. Inclusa l’emotività!
Approfondisci: l’ansia mattutina da cosa dipende?
La trasformazione dal pensiero negativo a quello positivo, non avviene all’istante…
Ma chiunque può apportare cambiamenti profondi e fondamentali nel modo in cui opera il cervello mettendo in pratica alcuni esercizi per rafforzare la propria autostima!
L’autostima è fortemente correlata a come reagisci alle cose che accadono nella tua vita.
I suggerimenti che ho trovato per me stessa e che cerco di seguire per costruire la mia autostima includono:
- Parlarmi in modo positivo.
- Trattarmi come farei con la mia migliore amica.
- Essere solidale, gentile e comprensiva, non dura con me stessa quando commetto un errore.
- Divertirmi e fare esercizio fisico sono ottimi stimoli per il cervello, perché mi aiutano a star bene ritrovando l’autostima e combattendo la depressione.
- Non confrontarmi con gli altri, riconoscendo che ognuno è diverso e che ogni vita umana ha un valore a sé stante.
- Riconoscere ciò che è positivo senza spazzare via i complimenti, o considerare i miei risultati solo come “fortuna”.
- Sfidare il “dialogo interiore” negativo ogni volta che mi auto critico, fermandomi a cercare prove oggettive che le critiche siano fondate.
- Sforzami di accettare fisicamente me stessa per come sono!
- Apprezzare le mie qualità ricordando gli aspetti positivi ogni giorno.
- Dimenticare il passato concentrandomi nel vivere adesso piuttosto che nelle vecchie ferite e nelle delusioni.
- Smettere di preoccuparmi. La “preoccupazione” è semplicemente l’ansia del futuro!
Gli obiettivi devono essere raggiunti gradualmente, ci vuole tempo, impegno e costanza per sostituire i pensieri e i comportamenti inutili, con le rispettive versioni più sane!
Io, al momento, sono arrivata fino al punto 7…
Magari chissà. Potrei anche riconsiderare l’idea di mettermi delle maglie scollate. Nonostante le mie poche tette… 😛